C’è un bene prezioso che in Gallura si trova in abbondanza: il sughero.
È un materiale che viene estratto dalla quercus suber, appunto, quercia da sughero. Si tratta del rivestimento esterno della pianta dalle particolari caratteristiche porose ed elastiche, utilizzato dall’uomo nei secoli per diversi impieghi.
È una delle nostre risorse naturali più importanti. Bisogna sapere che non esistono piantagioni di querce, ma tutto il sughero che oggi viene lavorato deriva da sugherete naturali spontanee o si originano dall’impegno dell’uomo che nel tempo ha selezionato questa pianta tra tante, a discapito di altre come il leccio, proteggendola e rinnovandola, nel pieno rispetto del paesaggio.
La quercia da sughero, che rientra tre le piante caratteristiche della macchia mediterranea, caratterizza il paesaggio di tutto il nord Sardegna e di diverse zone boschive dell’isola. È una pianta spontanea e resistente al clima della Sardegna: freddo e ventoso d’inverno, caldo e siccitoso d’estate.
Le colline della Gallura sono caratterizzate proprio dalla presenza della quercia da sughero, chiamata più familiarmente “sughera”. Esistono sugherete che si estendono per diversi ettari dando così vita, insieme a cisto, mirto, corbezzolo e altre varietà di arbusti, al verde paesaggio del nord Sardegna che si distingue da altre zone dell’isola proprio per la sua vigorosità.
Le sugherete si alternano a piccoli monti rocciosi, campi coltivati a fieno, allevamenti di bovini e vigneti e rappresentano un habitat importante per diverse varietà di uccelli e per animali come cinghiali, volpi e conigli. In autunno crescono diverse tipologie di funghi come porcini, ovuli e prataioli offrendo una biodiversità unica e protetta.
In Gallura si trovano diverse querce secolari. Ad esempio la sughera monumentale di Crisciuleddu è una testimonianza ancora in vita. Se volete ammirarla si può facilmente raggiungere dalla strada che dal paese di Luogosanto porta ad Aglientu a pochi metri di distanza da una strada di campagna.
Dalla sua origine l’uomo ha capito che il sughero era un materiale versatile che poteva essere utilizzato in diversi modi, soprattutto grazie alla sua facile lavorabilità. Nel tempo si è specializzato nella lavorazione di questo materiale e nelle diverse fasi di trattamento tanto da dar vita ad un vero e proprio settore artigianale ed industriale, importante per l’economia del territorio, che ha avuto il suo culmine alla fine del secolo scorso.
I nostri antenati hanno imparato a estrarre e lavorare il sughero garantendo un rispetto dell’ambiente e del paesaggio. Bisogna tener presente infatti che per estrarre il sughero la pianta non viene tagliata né soffre. Anzi, la quercia da sughero è una pianta molto resistente e riprodurrà nuovamente del sughero una volta che verrà estratto. Non c’è bisogno di trattamenti specifici del terreno o della pianta: il sughero cresce da sé, è proprio un dono della natura.
Questo è un altro vantaggio del sughero: è un materiale rinnovabile. Sono necessari 10 anni affinché la pianta riproduca uno strato tale di sughero tale da poter essere riestratto. La crescita del sughero è influenzato da diversi fattori, prima di tutto il clima, ma questo è il tempo minimo necessario alla ricreazione di uno strato di sughero adatto alla lavorazione.
La prima fase è quella di estrazione che avviene solo nel periodo estivo da maggio ad agosto. Si tratta di un momento delicato per la pianta perché occorre molta attenzione ed esperienza. Lu bucadòriè lo scorzino, colui che si occupa di estrarre il sughero: incide la corteccia con la lama di un’apposita accetta detta piòla e prosegue con il suo manico staccando piano piano il sughero in lastre quanto più grandi possibili, solitamente due o tre.
La prima estrazione si effettua su una pianta che ha almeno 20 anni di vita ed è definita “demaschiatura” ovvero si estrae il sughero “maschio”, più grezzo, mentre i successivi strati di sughero saranno “femmine” ovvero con la superficie più liscia e regolare.
Una volta raccolto, il sughero viene conservato all’aria aperta in alcuni cortili. Successivamente viene bollito in acqua alla temperatura di 100°C. Questo procedimento oltre a disinfettare il sughero ed eliminare i batteri permette alle lastre di sughero di perdere la normale curvatura e diventare piatte e quindi più facilmente lavorabili.
Una volta raffreddato e asciugato a temperatura ambiente il sughero è pronto per essere lavorato, tagliato in strisce a seconda del prodotto che si deve ottenere.
Uno dei prodotti più importanti ottenuti dal sughero è senza dubbio il tappo da imbottigliamento. Un tempo realizzato artigianalmente con semplici strumenti, tagliando il sughero in “quadretto”, ovvero un piccolo parallelelepipedo, successivamente si è lasciato spazio alle macchine a tornio e alle macchine industriali che riescono ad ottenere il tappo più velocemente. Fra queste la fustéllaè una macchina che ottiene il tappo direttamente da strisce orizzontali.
Esistono diverse tipologie di tappi. Da quello realizzato integralmente da un unico spessore di sughero a quello realizzato in lamelle e in granulato, più economici del primo.
Per ottenere il tappo da sughero occorre tagliare la lastra di sughero in strisce (chiamate “bande”) di spessore uguale a quello di un tappo di sughero.
Una volta ottenuto il tappo si provvede alla fase di raffinatura con paraffina che consente la protezione del tappo e il suo imbottigliamento.
Il sughero viene utilizzato anche in edilizia come isolante nelle murature e nelle coperture ma anche come tessuto.
In tempi recenti il sughero è stato infatti trasformato in un materiale morbido adatto per realizzare vestiti e accessori di moda.
La creatività di diversi artigiani dà oggi vita a borse e pochette dalle diverse forme che sfrutta la normale tessitura del sughero come un tessuto decorato. Tali accessori vengono spesso realizzati impiegando altri materiali come pelli e stoffe e ricamandoci sopra fiori, animali e decori. Con il sughero si realizzano anche gonne, scialli e vestiti da cerimonia.
Lo stesso tessuto viene utilizzato anche per realizzare divani e letti per arredi ricercati ma di lusso.
Già in passato il sughero veniva impiegato per realizzare contenitori per cibi e bevande, mestoli per l’acqua, vassoi oltre che come materiale per tappi. Il sughero viene poi utilizzato nell’oggettistica comune, l’home decoration e la presepistica. Il sughero maschio viene impiegato per simulare montagne mentre pezzi di sughero sono impiegati per realizzare case e muretti.
A Luogosanto il Laboratorio Artigianale Lacu di Antonello Solinas lavora il sughero per creare presepi ispirati al borgo di Luogosanto e gli stazzi della Gallura.
Il laboratorio realizza anche cestini, sottopentole e vassoi anche su misura. È visitabile su richiesta e i prodotti possono essere acquistati presso l’Ufficio Turistico di Luogosanto in Piazza della Basilica, 2.
Al giorno d’oggi il sughero è ancora un materiale naturale offerto spontaneamente dalla natura senza necessità di coltivazioni o trattamenti, adatto a diversi utilizzi e che riesce ad essere allo stesso tempo versatile, ecologico, riutilizzabile e sempre di tendenza.
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